Pisano, Zafferana Etnea, Santa Venerina, Acireale, Viagrande, Catania
XX edizione, 18 luglio – 2 agosto 2024
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L’Alkantara MediOrkestra, nata nel 2023 nell’ambito dell’Alkantara Fest, unisce musicisti da Italia, Irlanda, Bulgaria, Sardegna, Norvegia e Grecia. Con otto strumentisti di base, il gruppo si arricchisce di tre ospiti d’eccezione, tra cui Antonello Salis, Karl Seglem e Gerasimos Papadopoulos. L’ensemble, che trae ispirazione dal Mediterraneo al subcontinente indiano, presenta una grande varietà di strumenti, tra cui oud, marranzano, douduk, ney e charango cileno. Il repertorio spazia da composizioni tradizionali a brani originali, creando un’atmosfera che evoca il Mediterraneo come culla di civiltà millenarie.
L’Alkantara MediOrkestra amalgama con maestria tradizioni mediorientali e nordiche, enfatizzate da strumenti come il tabla indiano e il corno di capra norvegese. L’ensemble, guidato dalla volontà di esplorare, integra espressioni contemporanee, influenze world music e jazz, creando un suono senza tempo. L’improvvisazione affidata a illustri ospiti aggiunge un tocco di spontaneità, consentendo un dialogo vivo tra strumenti e musicisti, e favorendo un’apertura al nuovo che si riflette nell’accoglienza di nuove sonorità e prospettive.
Antonello Salis, virtuoso poliedrico del jazz italiano, spicca come fisarmonicista, pianista e compositore. Innovatore e creatore di tecniche espressive uniche per la fisarmonica, ha conquistato il primo posto nei Jazzit Awards 2015 come miglior solista del suo strumento. Attivo dagli anni ’70, Salis ha collaborato con una schiera di artisti internazionali, tra cui Francis Kuipers, Massimo Urbani, Paolo Fresu, Stefano Bollani, Rita Marcotulli, Evan Parker e molti altri. Oltre a partecipare a innumerevoli produzioni discografiche, è stato ospite frequente nei dischi della Tankio Band di Riccardo Fassi, evidenziando il suo ruolo di solista di rilievo.
In sintesi, l’Alkantara MediOrkestra si propone come ponte tra culture, celebrando la diversità musicale e abbracciando l’innovazione. La sua unicità risiede nella capacità di fondere tradizione e contemporaneità, creando un’esperienza musicale coinvolgente e inclusiva che supera confini geografici e generi musicali.
Enzo Rao (violino, saz, oud), Riccardo Gerbino (tabla), Mario Gulisano (percussioni, marranzano), Roberto Fiore (contrabbasso), Fabio Sodano (duduk, sax, flauti), Bronagh Slevin (violoncello), Alexandra Dimitrova (violino), Denise Di Maria (percussioni, charango).
Ospiti: Antonello Salis (Sardegna, fisarmonica), Karl Seglem (Norvegia, corno di capra e sax)
Spettacolo in coproduzione con Ass. Algos, Catania e Curva Minore, Palermo
Arneo Tambourine Project nasce dalla passione di Giancarlo Paglialunga, inconfondibile voce e tamburo del panorama della musica popolare salentina. L’unione di nove tamburellisti, tra i quali le più rappresentative voci salentine, da Rachele Andrioli a Francesco “Franchettone” Motolese che danno vita al tradizionale rito della Ronda.
Attraverso l’antico e potente suono dei tamburelli e delle voci, il concerto diventa un viaggio introspettivo e ipnotizzante. Il gruppo è impreziosito dalla presenza sonora di due dei migliori mantici del panorama world music attuale.
Lucia Passaseo (voce e tamburello), Giancarlo Paglialunga (voce e tamburello), Rachele Andrioli (voce e tamburello), Edo Zimba (voce e tamburello) Gioacchino De Filippo (voce e tamburello), Emanuele Liquori (voce e tamburello), Carlo “Canaglia” De Pascali (voce e tamburello), Massimiliano De Marco (voce, tamburello e chitarra), Francesco “Franchettone” Motolese (voce e tamburello), Rocco Nigro (fisarmonica), Massimiliano Morabito (organetto diatonico)
Ashèbasta in dialetto griko è il nome di un pane condito tipico di Zollino, senza forma, impastato con ingredienti semplici che, messo in parallelo con la musica, diventa un 𝒎𝒆𝒍𝒕𝒊𝒏𝒈 𝒑𝒐𝒕 𝒅𝒊 𝒔𝒕𝒊𝒍𝒊, 𝒎𝒆𝒍𝒐𝒅𝒊𝒆, 𝒓𝒊𝒕𝒎𝒊, 𝒔𝒕𝒓𝒖𝒎𝒆𝒏𝒕𝒊.
Uno spettacolo di musica originale basata sui ritmi ossessivi della pizzica-pizzica e delle tarantelle che si amalgama con la Cumbia, ritmi gnawa, beat hiphop, musica elettronica e loop insistenti.
Il progetto Ashèblasta porta la firma di Roberto Chiga (tamburi), Mario Esposito (basso), Peppo Grassi (mandolino)
“Programmazione Puglia Sounds 2024” – Fondo Speciale Cultura e patrimonio Culturale L.R. 40/2016, art. 15 comma 3
OPERAZIONE FINANZIATA A VALERE SU FONDO SPECIALE CULTURA E PATRIMONIO CULTURALE L.R. 40/2016, ART. 15 COMMA 3
Le origini del Corpo Bandistico città di Zafferana Etnea, con molta probabilità, si attribuiscono al 1826 anno di nascita del Comune, ma le prime notizie certe risalgono al 1896, quando l’allora M° Grasso diede vita alla formazione di un gruppo di allievi musicanti Agli inizi del 1900 il M° Vinci, d’accordo con l’amministrazione comunale dell’epoca, diede vita ad un “Corpo Bandistico Municipale” che rimase attivo fino al 1915. Con l’avvento della prima guerra mondiale, la banda si disciolse per riformarsi nel 1921 sotto la guida del M° Nicotra che la diresse fino al 1927 data in cui il Comune di Zafferana Etnea indette un concorso vinto dal valente M° Pignata. La banda, sotto questa direzione acquisì grande prestigio. contando un complesso orchestrale di oltre 50 elementi, che fu per molti anni protagonista indiscussa nei più importanti centri delle Sicilia con un repertorio di grande valore musicale. Con l’avvento della seconda guerra mondiale, la banda fu nuovamente disciolta per riunificarsi nel 1947 quando l’Amministrazione Comunale incaricò il M° Giovanni Pennacchio a ricomporre il corpo bandistico. Il direttore riuscì a dare un impulso nuovo al gruppo, facendo si che la banda riconquistasse rapidamente il prestigio del passato. Nel 1948 un giovane allievo del M° Pennacchio, Giovanni Leonardi, cittadino di Zafferana Etnea, con l’autorizzazione dell’Amministrazione Comunale prese la direzione del corpo bandistico reggendolo per circa 30 anni riuscendo a dare una ulteriore svolta qualitativa, artistica e disciplinare, tale da diventare un riferimento per tutti i complessi bandistici del territorio. Nel 1979 il M° Giovanni Leonardi lasciò la direzione e il Comune incarico al M° Giuseppe Marletta, all’epoca prima tromba del teatro Massimo Bellini di Catania nonché docente all’istituto musicale Vincenzo Bellini della stessa città, il quale diresse la banda fino ai primi anni 80. Da allora, fino al 1984 il Corpo Bandistico di Zafferana Etnea si avvalse della guida del M° Carmelo Siracusa e successivamente del M° Edmondo Volzone figlio d’arte che per un ventennio ha diretto con eccezionale bravura, riuscendo a dare prestigio al corpo bandistico. Dal 28 dicembre 2004 è direttore del Corpo Bandistico città di Zafferana Etnea, il giovane M° Davide Di Vendra, anch’esso figlio d’arte, musicista serio e professionale che con entusiasmo prosegue l’attività di coloro che hanno contribuito a far grande la Banda.
Banda alle ciance, progetto musicale di genere popolare e folk nato sei anni fa tra Bagheria e Palermo.
Musica popolare e folk, ma anche brani lontani dal registro bandistico tradizionale: si spazia dalla musica balcanica a quella latino-americana, alla dance anni ’80, con riarrangiamenti realizzati usando esclusivamente fiati e percussioni.
La Banda alle Ciance nasce come banda di strada, trasferendo nelle note quella vivacità che si respira tra la gente, nelle piazze e nei luoghi pubblici.
La formazione ha una struttura a fisarmonica che si va modificando di volta in volta: 12 figure, quasi tutti musicisti di professione spesso impegnati in giro per l’Italia, che si alternano e si compongono in performance sempre nuove.
Il gruppo è composto da Tommaso Alioto, Maria Alioto, Vincenzo Alioto, Dario Bellomia, Gabriella D’Anci, Giuseppe Durante, Antonio Bonomolo, Dario Mangiaracina e Vincenzo Lo Franco (percussioni, fiati e ottoni).
Gli Tsuumi Sound System sono uno dei più importanti gruppi finlandesi di world music del XXI secolo. Radicati nelle tradizioni popolari nordiche, hanno effettuato numerose tournée in 20 paesi del mondo, hanno registrato tre album molto apprezzati e una sessione live sulla BBC 3, e hanno collaborato con gruppi come Väsen e Die Deutsche Kammerfilharmonie.
I loro quattro album in studio hanno ricevuto recensioni eccellenti in tutto il mondo. “Stupende tessiture, invenzioni furtive e pura bellezza”, ha scritto Fiona Talkington di Floating Letters (pubblicato nel 2013). Le folle, dallo Shetland Folk Festival al Folkest di Spilimbergo, in Italia, hanno potuto constatare ancora una volta la loro energia dal vivo, definita “vulcanica” e “oltraggiosa”.
Tero Hyväluoma, violino – Hannu Kella, fisarmonica – Pekka Seppänen, sassofoni – Pilvi Järvelä, pianoforte e harmonium – Jani Kivelä, chitarra – Olli Rantala, contrabbasso – Jussi Nikula, batteria e percussioni.
Cinque voci femminili, insieme da pochi anni, ma già con abbastanza esperienza per fare grandi cose. Dopo diverse registrazioni in studio, videoclip memorabili ed esibizioni in vari festival nazionali, è arrivato finalmente il momento per loro di preparare il materiale per il loro primo CD di debutto. Sebbene ognuna di loro abbia una propria personalità artistica alle spalle, insieme sul palco queste “sorelle della voce” sono molto più forti di quanto ci si possa aspettare, e non si tratta solo del repertorio vocale, ma della potenza espressiva che scaturisce dalla miscela delle loro multiforme vocalità.
Zuzana “Vranka” Žiaková – voce, percussioni, Sára Halíková – voce, cajon, Kristína “Kikon” Kluvánek – voce, percussioni, Belinda Rašnerová – voce, percussioni, Mária Valentová – voce
Il quintetto femminile statunitense Scottish Fish presenta una nuova interpretazione della musica tradizionale e contemporanea scozzese e di Cape Breton. I loro arrangiamenti vivaci e unici sono intrecciati insieme dalla musica delle session improvvisate tramandate da generazioni dai migliori musicisti della scena internazionale. Si sono esibite al Boston Celtic Music Festival, al Bellingham Celtic Festival, al Club Passim e in vari altri luoghi pubblici e privati negli Stati Uniti. La loro musica e i loro concerti hanno fatto loro guadagnare apparizioni su WGBH, KALW e nelle riviste American Girl e Folkworld; hanno attirato l’attenzione di programmi come America’s Got Talent e si sono assicurate un pubblico internazionale di oltre duecentomila follower su Instagram. Nel 2017, il gruppo ha pubblicato il loro album di debutto, “Splash”, seguito da “Tidings”, un EP natalizio di 5 tracce nel 2019. È stato pubblicato il loro ultimo disco, “Upscale”, prodotto dal pianista e compositore Neil Pearlman nell’ottobre 2022, in occasione del decimo anniversario della band.
Le Scottish Fish sono state definiti come “uno dei quintetti più energici e creativi che hanno messo radici nella scena musicale celtica locale di questo secolo” dal giornalista irlandese di Boston Sean Smith, e la violinista scozzese Hanneke Cassel ha descritto il loro sound come “incredibilmente musicale e allo stesso tempo solo un po’ insolito.”
Ava Montesi (fiddle), Caroline Dressler (fiddle), Giulia Haible (violoncello, piano), Julia Homa (fiddle, piano), Maggie MacPhail (fiddle, piano)
Il gruppo di musica popolare Korrontzi (Paesi Baschi, 2004) è stato formato dall’interprete di trikitixa (fisarmonica diatonica basca) Agus Barandiaran. Il suo obiettivo, quando ha formato il gruppo, era quello di dare alla musica popolare basca, e anche ai suoni ancestrali e tradizionali della sua terra, un aspetto più moderno e contemporaneo, ma sempre nella prospettiva di una musica basata su strumenti tradizionali.
Per ottenere questa nuova sonorità, si è circondato di stili musicali più moderni e si è avvalso dell’aiuto e dell’unione di strumenti come il mandolino, il basso elettrico, il contrabbasso o le percussioni.
In questi anni, i Korrontzi hanno portato la loro cultura, la loro lingua, la loro danza e la loro musica in tutto il mondo, suonando in grandi festival e visitando molti Paesi, come: Belgio, USA, Romania, Capo Verde, Irlanda, Brasile, Malesia, Scozia, Olanda, Grecia, Italia, Canada, Ungheria, Portogallo, Inghilterra, Cipro, Marocco, Germania, Croazia, Slovenia, Austria, Repubblica Ceca… e hanno ottenuto premi e menzioni come “World Music Charts” nel 2014, 2015, 2016 e 2019, “Top100 Roots Music Report (2015)”, “Womex Official Selection (2014)”, “Best European Band, Eurofolk (2009)” e “Best Band of the Peninsula, Navelgas (2007)”; inoltre, il loro ultimo lavoro (“Koplariak”, 2020) arriva lontano, entrando nelle prime posizioni delle classifiche delle riviste “Mondo Sonoro” e “Diariofolk” come uno dei tra i migliori dell’anno.
Agus Barandiaran (trikitixa, voce), Alberto Rodriguez (mandolini, voce), Kike Mora (basso), Ander Hurtado De Saratxo (percussioni), 2 ballerine della compagnia di danza tradizionale basca Oinkari Dantza Taldea
Chalaban è stato fondato dal marocchino Said Tichiti a Budapest nel 1999. Attorno a lui è stato costruito un gruppo in continua evoluzione, che spesso suona con musicisti ospiti di varie tradizioni musicali.
Il risultato del lavoro del gruppo è una fusione di culture musicali che nasce in modo intuitivo, ma allo stesso tempo sofisticato. Il gruppo conserva l’intuitività e l’ingenuità che derivano dalle sue tradizioni, ma è sempre desideroso di sperimentare: Chalaban non ha paura di provare nuove tendenze. I Chalaban hanno incantato il pubblico con il loro stile individuale che passa dalla musica spirituale e meditativa a quella più ritmica della trance, mantenendo allo stesso tempo la loro originale natura istintiva. Questa, agli occhi degli artisti, è la rappresentazione della semplice bellezza della vita e della sua intrinseca complessità.
Sin dagli esordi, Chalaban è il principale rappresentante della musica afro-araba nell’Europa centrale e orientale. Partecipano spesso ai festival musicali dei Paesi limitrofi e hanno tenuto due grandi concerti nei festival marocchini al Rawafid di Casablanca e al Timitar di Agadir.
Chalaban ha realizzato finora 6 album: Moroccan Nomad, Moroccan Spring, Al Baraka, I Trance, Hashish Freee e Gleimim.
Saïd Chalaban (voce, guembri, oud, percussioni), Ádám Mészáros (chitarra) András Kálmán (tastiere), Zsolt Krecsmáry (batteria) András Koroknay (basso)
Un viaggio musicale creato dal gruppo folk Santa Taranta, di base a Melbourne. Il progetto intende celebrare la musica folk in Australia. Bellissime canzoni, storie e voci dalle collezioni della National Library of Australia prendono vita in questo spettacolo potente, emozionante e pieno di vita. Suoni che viaggiano attraverso lo spazio e il tempo, canzoni che parlano di migrazione, amore e perdita, speranza e vita in un nuovo paese. Il progetto Sonu si basa su una selezione di registrazioni sul campo archiviate presso la National Library negli ultimi 40 anni. Il compositore ed etnomusicologo Salvatore Rossano ha studiato queste storie e canzoni, unendole alle sue nuove composizioni per creare una vivace esperienza della musica popolare italiana con un nuovo tocco, rivelando la ricchezza del passato e del presente della musica italiana in Australia.
Santa Taranta è un gruppo di Melbourne che presenta un misto di musiche originali e folk del Sud Italia. Il gruppo ha conquistato il pubblico del National Folk Festival, l’Illawarra Folk Festival, il Brunswick Music Festival, il Piers Festival, il Fairbridge Festival, oltre ad esibirsi regolarmente nei più importanti locali di Melbourne dedicati a questo genere musicale.
Il fondatore del gruppo, l’etnomusicologo e multistrumentalista Salvatore Rossano, si è dedicato alle musiche del Sud Italia sin dall’adolescenza. Emiliano Beltzer è un chitarrista e bassista di talento proveniente dall’Argentina, con un background in musica classica, jazz, rock e folk. Hayley Egan è una cantante e linguista con esperienza nel campo della musica world e dei cantastorie tradizionali. Santa Taranta suona Pizziche, Tammurriate, Stornelli oltre a vivaci polche e qualche serenata d’amore con uno stile fresco e contemporaneo.
Composer, electronic and electroacoustic musician from Palermo, he has written soundtracks and sound design for film and theatre. He studied piano, then composition, jazz and electronic music at the “Conservatorio di Musica di Stato – Antonio Scontrino” in Trapani. His performances can be classified between drone music and sound art. Using analogue synthesizers, laptops and other unusual devices, he slowly builds up a wall of sound to create complete structures and sound architectures. His musical works include pages and sounds for orchestra, acoustic instrument and live electronics in a unified philosophy for researching new artistic languages and different perspectives.
He’s the director of MiC – Music in the Circle Open Orchestra
Dai sotterranei di Budapest, Las Burekas sono un caotico guazzabuglio di musicisti itineranti che esplorano le proprietà curative della musica da ballo groovy dei Balcani, dell’Europa orientale e dell’America Latina. Composti da Alan Arefiev (fisarmonica/voce), Fabio Padua (violino/clarinetto), Dani Sikos (batteria/percussioni) ed Emilio Maggiore (basso), Las Burekas operano secondo i principi tradizionali dei villaggi: danze popolari, consumo di liquori fatti in casa e dormite nella foresta, pur continuando a rimanere in contatto con le loro antiche radici nella moderna vita cittadina. Usano i loro strumenti come armi da discoteca e mettono l’horo nel choro.
Nisia nasce dall’incontro di due sfere musicali molto diverse, la musica tradizionale del Sud Italia e il jazz/folk europeo. Il risultato di questo incontro è un repertorio ricco di emozioni, umorismo, passione e allegria. Ispirati dalle antiche tradizioni musicali e ritmiche di regioni come la Sicilia, la Calabria, la Campania, la percussionista e cantante Emanuela Lodato e il contrabbassista Vincent Noiret reinterpretano, compongono, combinano, creano un proprio stile che, come un ulivo millenario, spande le sue radici in profondità e innalza i suoi rami e i suoi frutti verso il cielo. Il duo è supportato dal talento del fisarmonicista belga Jonathan De Neck, di estrazione folk, molto ricco e creativo nel suo modo di accompagnare e “groover”.Ninne nanne, ballate, canzoni di lavoro, di lotta, d’amore, di festa, melodie da ballare al ritmo trascinante delle tarantelle: tutto questo costituisce il loro repertorio e la loro ricerca. Una ricerca che mira soprattutto a una migliore comprensione di se stessi e dell’altro. Possiamo, grazie alla musica, superare le barriere linguistiche e culturali che pesano sulla nostra società?
Vincent Noiret (contrabbasso, chitarra battente, canto), Emanuela Lodato (tamburi a cornice, canto, arpa ebraica), Jonathan De Neck (organetto diatonica, canto)
Ethno Sicily è un progetto musicale residenziale, interculturale e internazionale, che aggrega esclusivamente giovani musicisti selezionati con lo scopo comune di condividere la passione e la ricerca nella musica tradizionale dei rispettivi background culturali di provenienza. I programmi e i progetti Ethno Sicily pertanto offrono opportunità musicali ai giovani di oltrepassare i confini e interagire con tutto il mondo. Ogni progetto ha un focus unico sulla diversità e il potenziamento, creando comprensione culturale e accettazione attraverso la musica. Ethno è il programma di Jeunesses Musicales International per musica folk, mondiale e tradizionale. Il programma, fondato nel 1990 e presente oggi in oltre 30 paesi, è rivolto a giovani musicisti di età compresa tra 13 e 30 anni con la missione di rilanciare e mantenere vivo il patrimonio culturale globale tra i giovani. Il risultato è un’orchestra multiculturale costituita da musicisti selezionati tramite bando pubblico, che alla fine del percorso didattico e formativo eseguirà brani di tutto il mondo dettati e influenzati dalle influenze musicali di ogni partecipante.
Utilizzando strumenti a corda tradizionali e svariate apparecchiature per la musica elettronica, i Ko Shin Moon mettono in scena un’armoniosa fusione tra culture mediterranee e space-disco psichedelica nella loro ricerca di eclettismo, cosmopolitismo e ibridazione che è nata da una sperimentazione libera e rispettosa. Sono emersi nel 2017 quando Axel Moon è tornato da un viaggio di quattro anni per raccogliere strumenti folk e si è riunito con il vecchio amico Niko Shin, che era stato impegnato ad allestire uno studio pieno di sintetizzatori analogici e apparecchiature di registrazione vintage, che è diventato il crogiolo creativo per i loro collage sonori retro-futuristici transfrontalieri, sviluppati nel corso di tre album e spettacoli dal vivo, tra cui soggiorni al Cairo e a Jaffa, dove l’incontro con luminari locali ha spianato la strada alla prima della loro serie di uscite “in miniatura”, da allora ampliata per includere collaborazioni con la cantante greca Mélina Vlachos e la cantante turca Melike Şahin.
Axel Moon (saz, synth, voce), Niko Shin (synthesisers, voce)
Il gruppo nasce nel lontano 2005 dall’idea di due giovani musicisti siciliani Davide Urso e Simona Di Gregorio, con lo scopo di riproporre la musica siciliana tradizionale e di ricerca. Da quel momento in poi il gruppo si è trasformato, evoluto, plasmato, affinato ed è cresciuto, sia nel numero dei componenti, sia nella qualità delle proposte musicali eseguite nei concerti dal vivo, sia nella serietà della ricerca musicologica proposta, oggi, manifestazione evidente dei lavori discografici incisi.
Nel 2008 Davide Urso, in arte Tamburo di Aci, sceglie il giovane Mimì Sterrantino come “frontman” e il poliedrico musicista Giampaolo Nunzio come solista.
Il 2009 è l’anno che consacra la band con il disco Ppi jocu e pp’amuri i cui brani vengono scelti per rappresentare la Sicilia nelle situazioni più diverse. Il 27 maggio 2010, con il brano Tarantella blues, i Beddi vincono l’11a edizione del Festival Della Nuova Canzone Siciliana – Premio Trinacria – organizzato dallo staff di Antenna Sicilia.
Il 2012 è l’anno di un nuovo rinnovo, con l’aiuto di due nuovi eclettici musicisti il gruppo crea un suono ancora più vicino a quel filone del folk da molti definito “World music”. Nello stesso anno esce il secondo lavoro discografico dedicato al Natale siciliano: “E falla bedda la ninnaredda”. Nel 2013 la band si reca in Danimarca per rappresentare l’Italia in uno dei più importanti folk festival del Paese, l’Halkaer festival. Parte un nuovo tour: “L’armata dei pupi Siciliani.
Nel 2015 nasce un progetto completamente innovativo che ha per ospite il grandissimo Alfio Antico: Arrusvigghiti Sud.
Il 2018 parte alla grande, il gruppo si esibisce a Palermo all’interno del Sicily Folk Fest suonando insieme ad Alfio Antico e Rita Botto, due tra i più importanti esponenti del folk isolano.
2018 è anche l’anno dei grandi palchi, al Raizes Fest di Catania il gruppo condivide il palco con Il Canzoniere Grecanico Salentino e riceve un importante riconoscimento alla carriera, il Premio Nazionale Itinerante ad Honorem, conferito dall’A.I.O.S. A.C. PRODUZIONI, per aver dimostrato la capacità di creare uno stile musicale davvero originale e per aver esportato in tutto il mondo la musica siciliana.
Il 21 marzo 2021 esce il nuovo Album: Non chiamateci folksinger. L’8 luglio 2022 la band pubblica il nuovo singolo dal titolo Sugnu Latru, nato dalla collaborazione con gli artisti e cantanti Marco Corrao e Simona Sciacca.
Mimì Sterrantino (voce, chitarre, armonica), Davide Urso (voce recitante, tamburi a cornice, mandolino, marranzano), Giampaolo Nunzio (voce, organetto, zampogna, friscalettu, flauto traverso, bouzouki, marranzano), Ottavio Leo (basso elettrico), Alessio Carastro (batteria, percussioni), Francesco Frudà (chitarra elettrica), Nhoa Tecla (Noemi Carpinato) voce.
Quello degli Etnika (resi graficamente *etnika) è uno dei nomi più comunemente associato alla musica tradizionale maltese e alla sua riproposta in chiave world/contemporanea: fondata nel 2000, la band in effetti ha avuto un ruolo centrale nella ricerca e nella riproposizione a nuovi pubblici di melodie e testi tradizionali (come in altri casi del mondo, tramandati grazie al lavoro di folkloristi inglesi ottocenteschi), e nel revival di alcuni strumenti tradizionali come tanbur (tamburo a cornice) żummara (un clarinetto di canna, a un’ancia sola), żafżafa (tamburo a frizione) e flejguta (un flauto di canna).
I repertori a cui gli *etnika si sono dedicati sono spesso raccolti sotto il nome di Għana, e comprendono improvvisazioni e “duelli” verbali, canzoni e altro, che raccontano della vicinanza dell’isola alla Sicilia da un lato, e al Nord Africa dall’altro.
Un improbabile mix di musicisti/artisti, personaggi e strumenti, il sound di *etnika stratifica un’incantevole malinconia con melodie e testi tradizionali di Malta. Chitarre sovraeffettate, synth retro-futuristici, percussioni e footwork non convenzionali, bassi profondi e groovy, sax rasposo, voci sussurranti e antichi strumenti maltesi.
Alison Galea /voce), Andrew Alamango (chitarra e mandolino), Walter Vella (flauto e sassofoni) Andrej Vujicic (cajon percussioni), Oliver Degabriele (basso elettrico)
Michela Musolino è una cantante siculo-americana riconosciuta a livello internazionale che esplora le sue radici culturali attraverso lo studio e la rivisitazione dei canti popolari della Sicilia e del Sud Italia. Nipote di siciliani immigrati in America, cresciuta ascoltando la musica di due mondi, la Musolino intreccia l’antico e il moderno con una voce che sembra fluttuare tra i secoli: a volte potente ed espressiva, a volte intima e affascinante. Ha cantato in castelli medievali e antichi templi siciliani, importanti venues di New York e honkey Tonks americani, clubs, aule universitarie, e festival internazionali che uniscono il pubblico in una fratellanza di emozioni ed esperienze condivise, trasmesse nelle canzoni del suo repertorio. Le tradizioni siciliane si mischiano con i suoni della musica roots americana mentre lei, con la sua voce e il suo tamburo a cornice, intreccia racconti e musica. Canta in siciliano sia per coloro che vogliono ricollegarsi alle proprie radici sia per chi semplicemente ama la musica world, tutte le musiche del mondo. Michela Musolino canta la vita quotidiana, l’amore, canta la festa e la protesta, le sue sono canzoni che fanno cantare il cuore e ballare i piedi! “Il vecchio mondo incontra le nuove radici”. – World Music Central
Micheka Musolino (voce e tamburo), Fabio Turchetti (bandoneon)
La Festa Greca e nasce dall’incontro di musicisti greci di diversa provenienza capitanati da Pavlos Melas, Apostolos Kirgidis e Nektarios Galanis. Essa vedrà la collaborazione con promotori locali e altri operatori del territorio che nutrono da anni la passione per la musica e la danza greca. La musica prevede l’esecuzione di un repertorio ricco di emozione, ritmo, passione e gioia, che si ispira alla florida tradizione delle danze greche. La serata prevede un’introduzione alla danza greca con Alessia Trovato. All’evento saranno invitati a suonare molti degli ospiti che hanno animato il festival nei giorni precedenti. Per l’occasione è prevista la presenza del mercatino con degustazione di vini e prodotti locali.
Un progetto che nasce nel 2019 inizialmente come “buskers”, dall’unione di cinque studenti del Dipartimento Jazz del Conservatorio di Palermo, e ha l’intento di coniugare la musica etnica, il jazz e il folk con sonorità sperimentali, attraverso l’incontro di strumenti elettrici e dall’uso di elettronica.
Letizia Guastella (sax), Elisa Zimbardo (chitarra elettrica), Saro Castiglia (basso), Federico Mordino (percussioni), Manfredi Crocivera (batteria)
Nata nel 1998 ad Amsterdam e cresciuta tra l’Olanda e la Spagna, il viaggio di Raquel Kurpershoek Jaldón è una fusione di musica, diversità culturale e profondo impegno per l’inclusione. Fin da piccola, il cuore di Raquel ha trovato il suo ritmo nella musica. Ha esplorato vari generi, tra cui il pop e il jazz, ottenendo premi prestigiosi come il Princess Christina Concours (2016) e il Zoetermeer Jazz Award (2016). Ha completato la sua formazione musicale con una laurea presso il dipartimento di World Music del Conservatorio di Rotterdam, specializzandosi in musica latino-americana. La sua ricerca di conoscenza l’ha portata a Córdoba, in Spagna, dove si è immersa nell’affascinante mondo del flamenco presso il Conservatorio Rafael Orozco.
Queste influenze hanno dato forma al suo EP di debutto, “Mil Cosas” (2021).
Nel 2022, Raquel ha pubblicato il suo album di debutto, “NIZAMI”, un tributo infuso di simbolismo autobiografico ispirato all’opera “Le 7 principesse sagge” dell’autore medievale persiano. simbolismo autobiografico ispirato all’opera “Le 7 principesse sagge” dell’autore e filosofo persiano medievale Nizami Ganjavi.
Questo album è stato premiato all’Andrea Parodi World Music Festival in Italia, vincendo tre prestigiosi premi. Andrea Parodi in Italia, vincendo tre prestigiosi premi: il Premio per la Miglior Musica, il Premio della Giuria Internazionale e il Premio Bianca D’Aponte. il Premio Bianca D’Aponte.
Raquel Kurpershoek (voce), Alejandro Hurtado (chitarra), Víctor Franco Gutiérrez
(percussioni)
Spettacolo in coproduzione con Associazione Musicastrada, Montopoli (PI)